Titre | Athene hoggi Milano. La rinascita delle lettere greche nella Milano viscontea |
Auteur | Franca GUSMINI |
Directeur /trice | prof. Simone Albonico |
Co-directeur(s) /trice(s) | |
Résumé de la thèse | 1. La Celestis Politia di Pier Candido Decembrio Al centro del progetto è la redazione di un’edizione critica della Celestis Politia, la traduzione latina della Repubblica di Platone, a cui Pier Candido Decembrio si dedica dal 1437 al 1440. Tra gli obiettivi c’è di rendere accessibile agli studiosi la traduzione forse più suggestiva dell’Umanesimo, certo la più diffusa, prima che s’imponesse quella di Marsilio Ficino; di essa, infatti, a tutt’oggi non sono disponibili trascrizioni, come del resto giace ancora su manoscritti la traduzione del padre Uberto, la prima integrale del testo platonico, conclusa nel 1402 sotto la guida dello studioso bizantino Emanuele Crisolora. Come previsto nel progetto iniziale, la traduzione di Pier Candido è letta in sinossi col testo greco stabilito da Chambry per le edizioni Les belles Lettres, e con quello di due manoscritti greci, il Vaticano greco 226 e l’Ambrosiano E 90 sup.; quest’ultimo è l’originale su cui Pier Candido ha operato la revisione finale del suo lavoro, come la trascrizione ha permesso di confermare, fornendo inoltre elementi utili a precisarne il momento dell’acquisizione da parte dell’autore; per quanto riguarda il codice Vaticano, col presente lavoro s’intende stabilire se si tratti del manoscritto di Emanuele Crisolora sul quale entrambi i Decembrio tradussero il testo platonico, oppure di un suo diretto apografo. Per individuare fondatamente l’originale greco usato dai Decembrio, e la qualità traduttoria di Pier Candido, si sta procedendo con una sistematica lettura comparata delle due traduzioni, i cui testimoni di riferimento sono, rispettivamente, l’Ambrosiano B 123 sup. e l’Ambrosiano I 104 sup.; per redigere l’edizione critica, in mancanza di copie autografe si è scelto di utilizzare, oltre all’Ambr. I 104 sup. – copia di lavoro completa e sicuramente idiografa –i codici sorvegliati personalmente da Pier Candido nella loro stesura, e precisamente: le due copie complete Vaticano Latino 10669 e Salamanca M 66, destinate l’una (verosimilmente) al “re di Spagna” Giovanni II o, più probabilmente (come s’è dimostrato), Alfonso V, l’altra al vescovo di Burgos Alfonso García di Cartagena; la copia parziale dei primi cinque libri Harley 1705, dedicata al duca Unfredo di Gloucester; le due copie parziali dei libri I e V: l’Ambrosiano R 75 sup., dedicato al medico di corte Filippo Pellizzone, e il Trivulziano 683, il cui destinatario è tuttora ignoto.
2. “Athene hoggi Milano”. Lo studio del greco e la riscoperta di Platone nella Milano viscontea Intorno al lavoro di trascrizione critica che, come s’è detto, costituisce la parte più impegnativa – per la mole e anche per la frammentarietà e intermittenza degli studi esistenti – si sta cercando di definire più precisamente il clima culturale e politico che portò la Milano del xv secolo al primato nello studio delle lettere greche, tanto da meritarle il titolo di novella Atene. Soprattutto, interessa come tale primato, conteso alla repubblicana e “aristotelica” Firenze, venga conquistato all’insegna di Platone, e d’un Platone fino ad allora censurato, quello della Repubblica o, meglio, dei libri IV e V della Repubblica; e, oltre all’humus che alimenta la rinascita delle lettere greche a Milano, è ambizione del presente lavoro indagare attentamente nei diversi ambiti, da quello politico a quello figurativo e architettonico, eventuali ricadute della diffusione di questo testo platonico controverso e capitale; tra queste, crediamo siano già da annoverare la mitologica discendenza da Platone vantata dalla famiglia Piatti, e il ritratto del filosofo scolpito da Giovanni Antonio Piatti nel 1477. E forse non è casuale che quel disegno di ideale città-Stato che il fiorentino Filarete concretò in Sforzinda prenda forma proprio a Milano, epicentro della rinascita platonica e generosa suggestione al progetto leonardesco d’una nuova città forse ideale, certo a misura dell’uomo. |
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