Contro i villani. La letteratura antivillanesca in Italia tra lingua e dialetto

16-17 novembre 2026

Micaela Esposto (Unil)

Micaela Esposto (Unil)

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Il genere della satira antivillanesca, sviluppatosi in Europa a partire dall'XI-XII secolo, ha avuto particolare fortuna in Italia soprattutto tra Quattro e Cinquecento, concretizzandosi in una messe variegata di testi letterari. Tra questi trovano spazio tanto componimenti di corto respiro, affidati a stampe popolari spesso anonime, quanto opere di altissima qualità in lingua, dialetto o maccheronico (si pensi ad esempio alla Nencia da Barberino, alle commedie di Ruzante e a molti luoghi delle opere di Folengo). Nonostante l'importanza di questo filone, il punto di riferimento sul tema resta ancora il Saggio di ricerche sulla satira contro il villano, con appendice di documenti inediti di Domenico Merlini (1894): contributi successivi si sono soffermati su singoli testi o sul rapporto tra questo genere e le condizioni sociali ed economiche dei contadini del Medioevo, ma non è più stata tentata una sintesi complessiva, e manca ad oggi un censimento dei testi satirici antivillaneschi in Italia.

Lo stato degli studi giustifica quindi nuove indagini su questo genere letterario, che si concentrino soprattutto su: 1) la raccolta di testi ad esso ascrivibili e la loro edizione, sondando in particolare le stampe popolari; 2) l'indagine del rapporto, nella rappresentazione letteraria dei contadini, tra satira e realismo, e tra connotazione negativa e positiva; 3) lo studio dei diversi modi in cui la satira antivillanesca si manifesta a seconda del mezzo linguistico (toscano, dialetto, maccheronico); 4) l'individuazione dei topoi e motivi peculiari del genere; 5) lo studio del rapporto tra tema e forme letterarie (commedia, dialogo, novella, capitolo etc.).

Lausanne

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